REGALI DI NATALE – Champions Five campionato calcio a 5 Torino
Champions Five campionato calcio a 5 Torino – Le Aquile, Opti Poba e Torino U Norte si aggiudicano delle larghe vittorie.
ATL. MANDINGO – LE AQUILE 7-15
E. Hoxhaj è una macchina da goal e ne cala addirittura sette, regalando la vittoria ai suoi compagni. L’Atletico Mandingo deve arrendersi ai granata che riescono ad imporre il proprio gioco per tutta la durata del match, fissando il finale sul quindici a sette ed ottenendo il primato condiviso nel girone Wembley.
SAMPDORICI – OPTI POBA 2-9
La capolista del girone Old Traffordo Opti Poba si aggiudica agilmente il match contro Sampdorici, nove a due il finale. Spiccano per i ragazzi di Capitan Giacomasso le triplette dei soliti Ingrassia e Pontone, davvero anima e cuore di questa splendida realtà del Champions Five.
BANDA DEL BUCO – TORINO U NORTE 2-14
Partita a senso unico dove Torino U Norte sconfigge quattordici a due Banda Del Buco. Gilberto è il matador di serata, segna sette reti e regala grande spettacolo con alcune giocate veramente d’alta scuola, per gli uomini di Mister Paredes è primato del girone Wembley, anche se in condivisione con Le Aquile e Hombres.
CHAMPIONS FIVE – IL CAMPIONATO PIU’ PRESTIGIOSO DI TORINO
La foto ha poca qualità.
Ma chi ha giocato o gioca sa.
Sa cosa vuol dire giocare su un campo così.
Vuol dire svegliarsi la domenica e pensare:
“Speriamo che l’arbitro ci faccia giocare!”
Vuol dire arrivare al campo con la tensione che venga tutto sospeso.
Ma perché questa tensione?
È un lavoro? No.
È questione di vita o di morte? Forse.
La partita, per un dilettante, è un premio.
Il premio della settimana.
Il premio per essere uscito in fretta dal lavoro per allenarsi.
Chi con la camicia, chi con i vestiti sporchi di vernice, chi con il grasso sulle mani.
E via dicendo.
Il premio per andare avanti, nonostante tutto.
Nonostante i campi più larghi che lunghi.
Nonostante le trasferte autofinanziate.
Nonostante la vita sia sempre piena di doveri.
Ecco perché, ogni qualvolta capita un campo del genere, si pensa sempre la stessa cosa:
“Speriamo che l’arbitro ci faccia giocare!”
E ci si sistema tutti sulla porta degli spogliatoi.
Compagni e avversari.
Per veder la palla rimbalzare tra l’arbitro e i due capitani.
Per aspettare quel cenno con la testa.
Quello che vuol dire: “sì giochiamo!”.
Quello che da finalmente vita alla domenica.
La domenica che ti svuota di fiato e ti riempie di vita.
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