NO LIMITS – champions five campionato calcetto torino
CAMPIONATO CALCETTO TORINO Davvero “No limits” San Isidro e Vito United, le due storiche del campionato si aggiudicano la prima quindici a cinque, la seconda quattordici a cinque i tre punti, vittime sacrificali Faf Colligo e Vecchie Glorie nei gironi Bombonera ed Old Trafford. Il Wembley vede vincere l’Equipe Loco contro il Team Eno per sette a quattro mentre nel Camp Nou trionfano Birra Boys e Bravi Fieuj rispettivamente quattro ad uno e quattro a tre su Flynet e Lascia Liii. Insomma, un campionato davvero scintillante!
«Tecnicamente è stato detto, ormai da tempo, che il football moderno è molto piu’ veloce di quello del passato. Così si spiegherebbero il tono violento degli scontri, una certa diminuzione del tasso tecnico, un furore agonistico eccessivo. Se bastassero queste giustificazioni dovremmo concludere che una partita di oggi ha piu’ ritmo di una partita di calcio classico. E non mi pare che sia così: velocità e ritmo sono cose diverse, parola di musicista». Cit. Paolo Conte Racconto sul calcio: Quando andammo al negozio di articoli sportivi e ci fermammo davanti alla vetrina, non ci potevo credere… tante cose riguardanti il calcio, tante magliette, che non erano tante, ma per me era un paradiso; avevo circa sei anni e non avevo mai avuto nemmeno un paio di calzettoni di qualche squadra…
A quei tempi al campetto si faceva festa se qualcuno riusciva ad avere un pallone di gomma di quelli…ricordate?
La maggior parte delle volte giocavamo con le buste della spazzatura, ci mettevamo i quotidiani che raccoglievamo da tutti i bambini del quartiere e non sai… resisteva fino a che qualcuno gli dava un calcio, la rompeva e iniziavano a uscire i quotidiani e all’inizio dovevamo sospendere le partite, però poi diventammo più furbi, ci portavamo buste e quotidiani di ricambio…
che pazzia tutto ciò… e non sai come lo trascorrevamo… era il momento della giornata che più aspettavamo, era per noi come l’acqua per sopravvivere…
Quel giorno io compivo sei anni …sai perché me ne ricordo? Perché la nonna malata mi disse che ero già grandicello, hehe; il mio vecchio mi disse che mi avrebbe comprato un regalo per il compleanno e che sarebbero stati un paio di calzettoni da calcio, ritornando a casa pensai che si erano i calzettoni, perché era l’unica cosa che ti potevi permettere, immagina, se vivevamo in una casetta che quando pioveva c’era più acqua dentro che fuori!…ma a me non importava, io ero felice e lo ero di più quelle domeniche in cui mi sedevo accanto a te per ascoltare le partite alla radio nazionale…era il miglior momento della settimana senza dubbio. Quando uscii dal negozio non potei evitare che una lacrima mi uscisse dall’occhio sinistro, allora uscii correndo per mostrare il mio regalo di compleanno ai ragazzi…il mio primo regalo di compleanno, senza dubbio il regalo più bello che abbia mai ricevuto…
A due settimane da quel giorno straordinario, stavamo giocando nel campetto della signora Clotilde e uno dei bambini diede un calcio alla “palla” con la punta della scarpetta bucata e puoi credere che la busta e i quotidiani si sparpagliarono su tutto il campo, quando vedemmo la punta del piede, aveva le unghie che sembrava la tigre del circo che se ne era andato dal paesino la settimana passata…perché? …iniziammo ad insultarlo sul perché non si tagliava le unghie e su altro…. Lo sai, i bambini quando vogliono sanno essere molto crudeli…c’è da dire in più che Juancito era molto povero, come tutti… e si mise a piangere.
Purtroppo non riuscivamo a farlo smettere di piangere, cercammo di chiedergli perdono però era triste, a quel punto andai dietro l’arco e feci un’altra palla…afferrai la busta, ci misi dentro il quotidiano…e pensai che sicuramente non sarebbe cambiato niente, allora in un attimo che ancora oggi mi chiedo perché lo abbia fatto, così istintivamente, mi tolsi la calza che mi aveva regalato il mio vecchio, quella del piede sinistro, la riempii di quotidiani e da lì nacque per noi la palla che ci avrebbe accompagnato per tutto quell’infinito pomeriggio di calcio… “la palla di pezza”, sai come giocammo quel giorno?, sembrava che giocassimo meglio, ci divertimmo a calciarla e a passarcela fra di noi…fu indimenticabile, quando finimmo, mi resi conto che il calzettone era rotto, come lo spiegavo ora a mio padre? Camminando verso casa ci pensavo…cosa avrei detto al mio vecchio?, pensavo che mi avrebbe punito perché avevo usato quel regalo, per ciò che lui aveva risparmiato e per cui aveva riposto tanto affetto…quando gli raccontai come erano andate le cose, mi guardò fisso e con un gesto sobrio e passionale, mi chiese di accompagnarlo nella mia stanza.
Io, che in quel momento sentivo che il mondo mi crollava addosso, abbassai la testa e lo seguii sconsolato, aspettando l’imminente castigo… Quando arrivammo alla porta della stanza…mi disse con tono dolce e affettuoso: “Figlio, sono orgoglioso dell’azione compiuta oggi nei confronti di Juancito e dei tuoi amici, hai dimostrato che la tua passione per il calcio e l’amicizia va aldilà dell’immaginabile, spero che questo momento lo ricorda per tutta la vita e ti serva nei momenti in cui nella vita ti si presentino situazioni simili.
Sei piccolo, però con il tempo capirai che ciò che hai fatto oggi, lo porterai sempre nel cuore, tu come i tuoi amici.
Ora entra nella tua stanza e guarda sul tuo letto, c’è qualcosa che ti aspetta … Alla mia perplessità in quella situazione e la sorpresa di aver ascoltato quell’uomo così rigido e determinato parlarmi con tanta dolcezza e tanto affetto, entrai nella mia camera e sul mio letto trovai il mio vero regalo di compleanno…il pallone di calcio più bello che abbia mai visto nella mia vita!
(testo tradotto)
Laura Gissel Duarte
Istituto cattolico “Cardenal Oscar Andrés Rodriguez” nella città di El Paraìso, Honduras